lunedì 30 marzo 2015

MOSTRA "MATER" a Parma ovvero L'ARTE È DEI PICCOLI

Ieri io e mia Figlia siamo state a Parma per visitare la mostra "Mater". 


Dal momento che amiamo l'arte e il disegno, mi era parsa una buona idea, come fanno tanti, visitare la mostra munite di taccuino e matita per poter riprodurre dal vivo le opere più significative per noi. 
Mia figlia ha 6 anni, ed ero molto curiosa di vedere come si sarebbe comportata.
L'accoglienza è stata ottima, il prezzo accessibile.
Le opere esposte, a parte qualche "intruso" di arte contemporanea rimastomi poco chiaro, propone opere veramente preziose. 
Dal culto della Dea alla rappresentazione religiosa della maternità fino all'epoca moderna. 
Purtroppo la viglilante interna delle sale espositive, probabilmente preoccupata dalla presenza di una bambina, ci ha subito avvisate che non era possibile fermarsi davanti alle opere per disegnarle e che le matite "sarebbero vietate per questioni di sicurezza" (???!!!) e ancora che al piano superiore c'era un'apposita area bimbi in cui poter disegnare...
Infastidite dalla cosa e un po' con la sensazione di avere il fiato sul collo siamo state a vedere e rivedere le opere per quasi due ore. 
Iole e era entusiasta, si avvicinava ai quadri per vedere le pennellate, esaminava i dettagli, commentava e faceva domande. 
Quindi mentre sentivo alcuni vistatori raccomandarsi di passare velocemente la seconda sala, avevo con me una bambina che cercava di memorizzare le immagini che avrebbe dovuto riprodurre in un secondo tempo.


Da appassionata ho trovato la mostra molto bella: ho rivisto opere che conoscevo solo attraverso i libri e poterle ammirare da vicino è davvero impagabile. Buono anche l'allestimento a parte qualche piccolo "errore" di logistica (la grande Madonna addolorata di Heyez in una stanza piccolissima ostacolata dalla panchina predisposta per la visione di un filmato!).
Da donna e mamma non ho potuto non notare con un certo disappunto che i curatori hanno deciso di far seguire al visitatore un percorso piuttosto classico sul tema della maternità. Trovo che il culto del femminile con il mistero della nascita, il ciclo delle stagioni, la sua connessione col divino, ma anche col peccato e la repressione della sessualità sia stato ampiamente sottovalutato per privilegiare uno stereotipo di maternità ancora oggi largamento condiviso. Ho trovato dunque un po' generali e scarni i pannelli di inquadramento delle opere con alcune lacune come l'omissione di tutta la parte legata al medioevo in cui un fiorente sottobosco di donne (poi condannate come streghe) si tramandavano tutto il sapere sul femminile. 
Al termine del percorso rimane un senso di incompletezza e un po' di amaro in bocca per chi, come me, sa che oggi, il tumutlo delle donne che stanno riscoprendo anche sotto tante forme artistiche la propria femminilità con maggiore consapevolezza è molto potente.
Da mamma di Iole mi spiace che i luoghi d'arte non siano sempre pronti ad accogliere i piccoli visitatori, che quando sono motivati sono tra i più attenti e preziosi fruitori, e che non si possa pensare che TUTTE le forme d'arte appartengano a tutti, anche ai bambini.
Da psicologa credo che ci si dovrebbe interrogare su quanto, nel decidere l'allestimento di una mostra, si abbia il potere di produrre a propria volta cultura e se c'è un senso di responsabilità in questo. 
È dunque una bellissima mostra per appassionati d'arte, ma non è una mostra per le donne se la si visita con un certo senso critico ed una piena coscienza di sé. Basti pensare che tutte le opere esposte hanno autori uomini, quindi diventa inevitabilmente l'osservazione di un tema da un punto di vista ben preciso (e soprattutto in epoca contemporanea autrici ne esistono).

venerdì 30 gennaio 2015

MICROBIRTH - 7 febbraio - in tutta Italia

E' possibile che il modo in cui veniamo al mondo determini la nostra futura condizione di salute?
Questa è una delle questioni sollevate e analizzate nel nuovo film-documentario dei registi britannici Toni Harman e Alex Wakeford.
  La proiezione di questo documentario avverà in simultanea in tutta Italia e molte associazioni e persone si sono attivate per ospitare questa visione gratuita finalizzata a porre domande, ad osservare il fenomeno della nascita da un punto di vista diverso: le lenti di un microscopio. 
In rete spesso avvengono interminabili discussioni parto, tra chi sostiene il rispetto totale della fisiologia, spesso scambiato per incoscienza, e chi si sente protetto da un ambiente medicalizzato e tende ad appoggiare interventi anche non d'urgenza.  Tutte le mamme però hanno un punto in comune: hanno la necessità di dare un significato positivo al modo in cui hanno messo al mondo i loro figli. Quello che però, purtroppo, accade, è che non tutto è sotto il controllo della madre e non tutto risponde ai suoi desideri e bisogni.   Il modo in cui veniamo al mondo è cambiato in modo drammatico negli ultimi 30 anni, e tante di noi ne subiscono le conseguenze . Alcuni ricercatori danno il segnale d'allarme: tutto ciò potrebbe avere serie ripercussioni sulla nostra salute. Il film documentario MICROBIRTH,  esplora l'ipotesi secondo cui le attuali pratiche ostetriche potrebbero interferire con processi biologici fondamentali, rendendoci più inclini a sviluppare determinate malattie più tardi nella vita. In MICROBIRTH vengono presentate alcune possibili spiegazioni di questo fenomeno.  
 Questo film mette l’accento sull’importanza della formazione del microbioma – dice uno dei due registi, Toni Harman - sia in caso di parto per via vaginale che di taglio cesareo. È un tema che non dovrebbe riguardare solo i futuri genitori e gli operatori sanitari, ma in primo luogo dovrebbe attirare l’attenzione di politici, capi di stato e altri prominenti.

Play
Sabato 7 febbraio
presso l'associazione Il cigno blu - centro di meditazione

via Borghetto 21, Pianengo (CR)
Info e iscrizioni:
Bianca 3381072623
Paolo Darpan: 3337884068


INGRESSO GRATUITO

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA per questioni organizzative!

ore 17.30: proiezione film
ore 18.30: dibattito e libere riflessioni

Intervengono:
Annamaria Cristiani - Presidente del collegio delle ostetriche di Cremona
 
Evento


martedì 13 gennaio 2015

La Pancia di Maria

Al termine del 2014 si sono accavallati e connessi nella mia testa due eventi: Freedom for Birth Rome Action Group chiede il riconoscimento culturale, sociale e normativo della VIOLENZA OSTETRICA e il Natale.
Più volte mi sono espressa su questo tema che rimane perlopù inascoltato. eppure si parla di diritti umani. 
link al post      





Si parla di diritti delle donne certamente, ma anche di un diritto intrinseco ad una nascita senza violenza dei bambini. 
Si tratta, in fondo, di decidere su quali basi impostare la nostra società e le relazioni umane: una società che accoglie i suoi nuovi membri attraverso la negazione di base del rispetto della persona e del suo corpo che tipo di società può diventare?
E mentre gruppi di ostetriche e di donne si battono per i propri diritti, per me il punto fondamentale e direttamente correlato con questi propositi è educare i figli ad una consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità.
Ho recentemente letto insieme a mia figlia un bellissimo libro di  Roberto Piumini, illustrato da Cecco Mariniello, La Pancia di Maria
La storia è tanto semplice quanto profonda e suggestiva, o almeno così io l'ho vissuta e raccontata. Si tratta di un episodio immaginario accaduto a Giuseppe e Maria durante loro viaggio verso Betlemme: a causa di una tempesta in arrivo chiedono ospitalità al proprietario di una grande casa. Il signore chiede in cambio il bambino in arrivo. Seppur spiazzati dalla richesta, la coppia si ferma per la notte con l'intenzione di ripartire la mattina seguente. Ma il padrone di casa non consente loro di andarsene così tutti attendono impazienti l'imminente nascita del bambino, l'uno per appropriarsene, gli altri con la terribile sensazione di non avere una via di scampo.
Eppure ancora una volta il bambino si mostra più competente e semplicemente decide di aspettare il momento buono. Quello evidentemente non lo è, perchè nessuno di loro è al sicuro, né il padre, né la madre e nemmeno l'asina. In un luogo in cui regna il sopruso e la squalifica, non si può nascere è ovvio. 
Riletto alla luce del tema del rispetto della nascita, mi vengono in mente tutti quei racconti delle ostetriche che parlano di travagli che si bloccano o donne che sembrano trattenere i loro bambini, salvo poi incorrere in interventi di emergenza.
Che cosa sarebbe successo se Gesù fosse stato sottratto al destino che tutti conosciamo? La domanda può però essere posta anche in una altro modo: cosa accade se ci intromettiamo e disturbiamo il suo naturale affacciarsi al mondo?
Come tutte le storie ognuno è libero di interpretarle secondo il proprio modo e i significati che intende trasmettere. Al di là però di questa mia attenzione al tema della nascita, quello che conta, sempre, è che ai bambini vengano raccontate delle buone storie. Non delle belle storie, perchè di belle ce ne sono tante, ma di buone, nell'accezione di utili, propense al bene altrui.

lunedì 13 ottobre 2014

INCONTRO SULLA CONSAPEVOLEZZA PERINEALE

Sabato 25 ottobre a Stagno Lombardo, Cremona.
Nella mattinata che trascorreremo insieme, parleremo di PERINEO, scopriremo dove si trova a cosa serve e perchè è importante averne cura. Con semplici esercizi, doneremo al corpo ed alle sue naturali funzioni rispetto, ascolto, partecipazione. 

http://rossolimone.com/news/171

Il perineo, a volte noto come pavimento pelvico, è la regione muscolare del nostro corpo sita nella zona del bacino. 
Forse per la sua collocazione, nella zona genitale, o forse per ragioni culturali, il corpo della donna rimane sempre poco conosciuto in tutte le sue potenzialità. Questo espone noi donne a rischi legati alla mancata conoscenza del nostro corpo che ci impedisce di mettere in atto azioni di cura e prevenzione, ma ci limita anche nel godere di un pieno benessere psicofisico. 
Spesso veniamo a conoscenza di questa zona quando siamo in gravidanza o dopo il parto, oppure se emergono problemi, come ad esempio l'incontinenza urinaria. 
È quanto mai importante dunque, che tra donne, impariamo a scambiarci il nostro sapere, quello che ci riconnette alla nostra femminilità, al nostro corpo, al nostro sentirci donne.
Per questo, grazie alla collaborazione  e alla professionalità di Rossolimone, da sempre attenta alla salute e al benessere femminile, mi attivo per creare occasioni di incontro per poter conoscere insieme il perineo e le sue potenzialità, diventarne consapevoli e prenderci cura di noi stesse a 360°.

giovedì 12 giugno 2014

VIENI A CONOSCERE IL TUO PERINEO

E che è 'STO PERINEO??? Come al solito non è che la lingua italiana ci aiuta con parole semplici. Son quei vocaboli che ci rimandano a terminologia medica asettica e distante. Quindi da un lato è un bene chiamarlo così in quanto ci toglie ogni imbarazzo, ma dall'altro rischia di non farci comprendere bene di cosa si sta parlando.
Procedo come di prassi e copio-incollo l'etimologia:

QUINDI??? 

Quindi è la "regione muscolare della parte inferiore del bacino, compresa tra la sinfisi pubica e il coccige, delimitato lateralmente dalle due tuberosità ischiatiche (altrimenti detto tra la vagina / lo scroto e la zona anale)" 

QUINDI???

Quindi significa che è molto imposrtante innanzitutto sapere di averlo e poi sapere che possiamo, in quanto muscolo, anche allenarlo. Infatti questa muscolatura complessa, in parte volontaria in parte non, ci dà piaceri e dolori e non mi pare il caso di scoprire la sua esistenza ed importanza solo nel momento in cui sorgono dei problemi come ad esempio l'incontinenza.
Quando ci scappa la pipì usiamo la muscolatura perineale (o pavimento pelvico, che è la stessa cosa), ma anche durante un rapporto sessuale e nell'orgasmo coinvolgiamo questo muscolo. 
Riporto (e commento tra parentesi) quanto scritto da Maria Grazia Billone:

"è possibile imparare a percepire ed allenare i muscoli del pavimento pelvico, parte del corpo poco conosciuta e ricoperta di tabù sociali (verissimo. Purtroppo l'ignoranza spesso deriva da condizionamenti culturali che hanno per secoli impedito alle donne di concentre la propria attenzione sulla propria zona genitale) . Zona dimenticata e poco toccata (ancora oggi, quando parliamo con i ragazzi e le ragazze a scuola, la masturbazione femminile viene percepita come qualcosa di strano, inusuale e di cui vergognarsi), di conseguenza poco corticalizzata (significa che il cervello non ne ricorda l'esistenza, se n'è dimenticato a forza di ignorarla). Una zona viene corticalizzata, quindi mappata a livello cerebrale se viene toccata, ad esempio se un bambino fin da piccolo viene massaggiato cresce senza dubbio con una maggiore percezione di sé, il suo corpo verrà mappato e non svilupperà tematiche a livello relazionale e psicologico. In gravidanza avere coscienza del proprio perineo diminuisce nella donna la paura del parto e della lacerazione (...) Questo diaframma del corpo lavora insieme ad altri due, quello toraco-addominale, deputato alla respirazione, ed il diaframma fasciale della gola, la disfunzione di uno va ad agire sugli altri due; imparando a riconoscere questa parte del corpo la donna è più cosciente di dove e come direzionare la spinta per far nascere il suo bambino: acquisisce un mezzo per conservare la sua integrità."
http://www.rossolimone.com/news/143

QUINDI??? 

Quindi...come dire...se Maometto non va alla montagna... l'ostrica viene da noi a presentarci l'ospite che vive dentro di noi: IL PERINEO, appunto.
Per le donne di tutte le età, non solo in gravidanza, ma anche dopo il parto, in menopausa, prima e/o dopo gli interventi a livello uro-ginecologico
abbiamo quindi organizzato l'incontro "VIENI A CONOSCERE IL TUO PERINEO" 

Ci auguriamo che tutte colgano questa occasione e per chi è della zona...non esiti a contattarci!!! 

giovedì 5 giugno 2014

I LIBRI PERDUTI e la SCUOLA DEMOCRATICA

Locandina dello spettacolo di fine anno

"Siamo tutti eguali nei dolori, nelle emozioni, negli affetti. E solo con l'amore si riesce a scoprire la vita dei bambini" M. Lodi


A posteriori Mario Lodi, scomparso recentemente, si disse deluso dall'attuale sistema scolastico in quanto, nonostante le aspettative di una rivoluzione silenziosa tra i banchi, parrebbe aver "vinto" il modello basato sulla competizione, ma alla fine non si è mai arreso e il suo pensiero seminato qua e là, ha dato vita a germogli e poi alberi. Forse questi alberi non sono molto diffusi, ok, ma hanno radici molto profonde difficili da sradicare perché una volta che si sono conosciuti il Bene, l'Amore, lo Stare Insieme ognuno con le proprie qualità e con i propri tempi, è davvero molto difficile dimenticarsene e non contagiare gli altri. Se poi questo accade nei primi anni di formazione, anni importanti e preziosi, si concretizza la vera educazione alla vita, che è quella che ti insegna ad essere curioso, non ad essere bravo perché rispondi alle aspettative degli adulti. 
Mi auguro che molti bambini abbiano la fortuna di incontrare insegnanti che la pensano così, ma noi abbiamo trovato un'intera scuola! Questo accade in una piccola scuola di paese come quella frequentata da mio figlio.
Tuttavia la Strega Mangiastorie è sempre dietro l'angolo: c'è sempre qualcuno che si sente minacciato dai buoni sentimenti, che pensa che così non si possa andare molto lontano...che si porta via le pagine dei libri, quelle dei lieto fine, troncandoli a metà, nel punto esatto in cui vincono i cattivi.
Metaforicamente è questo quello che sembra accadere a chi si impegna a portare avanti un pensiero che si discosta dalla logica predominante, che siano i personaggi di uno spettacolo di bambini, che sia un insegnante che non usa libri di testo, che sia lo straniero, che sia il disabile...che sia un'intera scuola: tutto ciò però parte dal presupposto che tutti hanno dei limiti e che bisogna lavorare per migliorarli e superarli. È decisamente un lavoro impegnativo, ma non tanto quanto lavorare sulle risorse e sulle ricchezze: questa via però, ancora più impervia e che pochi decidono di percorrere, mette in moto un processo inarrestabile e dagli innumerevoli vantaggi a livello umano. 
Chi ci salverà? I bambini. Sono loro che con la loro ingenuità, se preservata, la loro creatività, la loro energia, e la loro capacità di mettere insieme secondo un filo apparentemente non logico gli elementi più disparati, riescono a risolvere gli enigmi più difficili e a fare assomigliare un po' a loro anche la loro SQUOLA.