Genitori un po' così


USCITA PLURIFAMILIARE CON PROLE IN GELATERIA RECINTATA

Nella stagione estiva la coppia con figli piccoli ricomincia a vedere la luce alla fine del tunnel, si illude cioè, di poter tornare ad avere una normale e sana vita sociale.
È buona cosa che vi sia questa spinta ad uscire di casa, a relazionarsi con altre persone... ma tutto va ritarato sulla nuova condizione di neo-genitori.
Innanzitutto tutti, alle prime uscite mondane, ti guardano con super sorrisi e tentano sempre di avvicinarsi al pargolo: noi usciamo per dimenticare per un attimo pannolini, pianti e poppate, ma il resto del mondo sembra faccia di tutto per ricordarcelo..
Inoltre è raro riuscire a rifrequentare gli stessi luoghi negli stessi orari, anche se all'inizio ci si prova sempre. L'aperitivo, ad esempio, sembra l'occasione ideale: né troppo presto né troppo tardi, all'aperto e si possono ritrovare le amiche che non si sono fatte più vive dopo la consueta visita post parto (durante la quale hanno finto con un sorriso quando vi hanno assistito al cambio del pannolo per la megacacca santa del bimbo). Le ritrovi, certo, superattillate con tacchi, mentre tu, sovrappeso, con tre taglie in più e le occhiaie per la notte insonne del piccolo che sta mettendo i denti... così già dal confronto scatta la depressione. Se poi si hanno 2 figli ce n'è sempre uno che scappa da qualche parte, o un passeggino in mezzo ai piedi... insomma, aperitivo bocciato. Meglio trovare altre soluzioni per avere vita sociale...
Grandi possibilità si aprono coltivando rapporti amicali con altre coppie con figli perchè è matematico che dal confronto si ha la sensazione di uscirne sempre meglio: i figli degli altri sono sempre meno educati, i mariti sono sempre più imbranati e così via, ci sono sicuramente più appigli per giustificare le proprie fatiche e i propri limiti... E poi si supera facilmente il problema del “tempo utile”: c'è un tempo utile entro il quale si possono fare una serie di cose più o meno tranquillamente (tipo prendere un caffè o fare la spesa..) ma oltre il quale è meglio non insistere.. lo dice anche il proverbio: sbagliare è umano ma perseverare è diabolico! Chi ha figli neonati, comprende il concetto entro massimo 2 mesi dalla nascita. Quindi spesso accade che improvvisamente, appena si coglie il segnale dal pupo che tempo 30 secondi e parte un pianto infinito se non si rientra a casa, le coppie (le mamme soprattutto) salutano in fretta e furia e se ne vanno. Ecco, questo che solitamente viene interpretato come un segno di maleducazione, tra amci neogenitori partono sguardi di comprensione: non cè bisogno di spiegare.. si fa e basta!
Ma c'è un altro escamotage, che è quello di frequentare posti adatti ad ospitare famiglie con prole che hanno un requisito fondamentale: c'è uno spazio sufficientemente ampio, sicuro e soprattutto RECINTATO.
Ci è capitato di organizzare una serata in gelateria: 3 coppie, 2 con 2 figli, 1 con 3 per un totale di 6 adulti e 7 bambini. Il più grande di 5 anni, la più piccola di 1 mese. Mai andata meglio: ritrovo ore 21, cioè dopo cena ma prima dell'ora delle nanne. Tempo utile: 60 minuti, 90 se va bene. Luogo: gelateria recintata con suolo ghiaioso. Garantisce svago e distrazioni almeno fino all'arrivo del gelato. Gelati tutti uguali per i piccoli (perchè l'erba del vicino è sempre più verde). Quantità industriali di tovaglioli di carta pronti all'uso sui tavolini. I bimbi “grandi” parlavano tra loro di Gormiti, le bimbe piccole erano incantate a fissare la piccolissima mentre ciucciava la tetta. I genitori incredibilmente seduti. Al primo segnale di stanchezza dei bimbi (fastidiose urla e capricci) “è ora di andare!”. Grazie a tutti e buonanotte!
Pubblicato anche qui: http://www.genitorichannel.it/In-famiglia/Vita-quotidiana/Uscita-prulifamiliare-con-prole-in-gelateria-recintata.html





LE MAMME HANNO LE MOLLE  


Lo so che sto per dire una banalità, perché le mamme che leggeranno queste righe già lo sanno di avere ….ehm...le molle sotto il sedere..già perché da quando si diventa madri e in modo esponenziale, proporzionalmente all'età dei pargoli almeno fino ai 3 anni, riuscire a stare seduti più di 30 secondi diventa un'impresa.
Ma partiamo dal principio: il bimbo nasce e lo si allatta. Sedute. Con calma. Sempre sedute. A volte sedute anche per ore! E allora non si vede l'ora di potersi alzare e farsi un giro...poi il pupo cresce ed inizia a star seduto. Che bella conquista! Ma quel vigliacco ha anche la geniale iniziativa di buttare le cose in terra! Noi psicologi ci andiamo a nozze per spiegare questo curioso gioco il cui lato interessante pare essere l'interazione che si crea tra adulto e bambino ma...bla bla bla...io che son psicologa e mamma non è che mi senta meglio per questo: la mamma prevale e ride...un po'...poi inizia a pensare “ma per quanto tempo andrà avanti tutto ciò?” Perché è ovvio che il giocattolo non cade mai vicino a te e rotola sempre sufficientemente lontano per farti alzare...se poi è il momento del pasto, ti siedi per mettere in bocca un boccone, nel frattempo imbocchi il pupo, il quale fa cadere il tovagliolo. Il tovagliolo cade dalla parte opposta alla tua, quindi ti alzi, ti risiedi, altro boccone, poi ti rialzi per controllare il tegame sul fuoco...e non è che quando i bimbi crescono le cose cambino, cambia la dinamica certo, ma il risultato è lo stesso: quando sono più grandi incappano accidentalmente nel bicchiere che si rovescia, e allora ti alzi, prendi la spugna, pulisci, ti risiedi. Poi ti prendono la forchetta per attirare la tua attenzione mentre tenti di scambiare due parole con tuo marito, e la forchetta cade...ti alzi e la raccogli (perché quando è presente il papà le cose cadono sempre dalla tua parte, quindi tocca sempre a te)...senza contare tutte le volte che ci si dimentica qualcosa e bisogna andarlo a recuperare. La situazione più gradevole è però quando si è seduti a tavola e ai pupi scappa la pipì o la pupù, magari ad entrambi contemporaneamente, perché ciò implica alzarsi, accompagnarli, risedersi, attendere che abbiano finito, rialzarsi e andare a lavarli.
Quando inviti le amiche a casa tua con la vana intenzione di chiacchierare un po' intanto che i rispettivi figli giocano fra loro, la battaglia è persa comunque, perché prima prepari il caffè per l'amica e quando ti siedi per berlo: “MAMMAAAAAA...DOV'È L'AEREOOOOO??? ME LO PRENDI????
Ora ditemi, com'è possibile affrontare tutto ciò senza possedere delle molle sotto al sedere???
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MAMME CON I TACCHI A SPILLO


Ok, vi avverto, oggi sono acida. Tempo brutto ergo malumore.
Tema del post: TACCHI, TACCHI, MALEDETTISSIMI TACCHI.

Ma siamo noi donne che non vogliamo rinunciare alla moda del Tacco 12 o è il Tacco 12 che ci insegue? Il tacco alto ci slancia, ci fa sentire belle, sexy e alla moda. Il tacco fa male alla schiena, ai piedi, si rischia la distorsione e, per le mamme, è decisamente poco pratico.
Ma sin da piccola mia nonna mi diceva “se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire”, quindi la dedizione al sacrificio è iniziata sin da giovanissima. Ricordo ancora il dolore alla testa quando mia mamma mi faceva i codini, o i capelli lunghi incastrati nelle viti delle seggioline dei banchi di scuola. Il freddo all'ultimo dell'anno perché volevi mettere la minigonna, le cerette, lo strappo delle sopracciglia... chi come me ha fatto i colpi di sole con la cuffietta di plastica bucata ricorderà l'uncino che estraeva i capelli.. votate al dolore insomma. Così votate che diamo per scontato che anche il parto debba essere doloroso fuori misura QUINDI che cosa sarà mai spingere un passeggino con un tacco 12? Bazzecole. Sono state avvistate donne col sorriso incastrate tra i sanpietrini della piazza; qualcuno le ha fotografate pensando che si trattasse di street art. Ma noi, stoiche, sempre sorridenti, perché col tacco bisogna sorridere: che senso ha fare le strafighe con la faccia sofferente?? Tanto quando torniamo a casa il nostro maritino ci massaggia i piedini, vero? E poi ragazze...d'inverno...senza calze...Ok ok...mi calmo.
In giro per rete scopro donne che corrono sui tacchi, modelle che si sfracellano coi tacchi, uomini che si prostrano innanzi ad un paio di tacchi vertiginosi e ingressi omaggio a mamme che decidono di immolarsi in un parco divertimenti con figli e tacchi (Corsa in tacco a spillo alla guida di un passeggino http://www.parksmania.it/2012/04/18/minitalia-leolandia-il-mamy-may/): ma lo fanno per sadismo o perché pensano davvero che ci faccia piacere? Se fosse la seconda, poi non lamentiamoci però!

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