I HAVE A DREAM
Intervista a Sara Dazieri
COME CREARE UNA CULTURA DELLA BUONA NASCITA
NATA A CASA
Intervista a Sara Dazieri
Sara Dazieri è un'ostetrica libera professionista che assiste il parto a casa, tiene corsi di accompagnamento alla nascita, crea occasioni affinché le donne possano incontrarsi e condividere una cultura della nascita e della cura del bambino rispettosa della vita.
Con l'associazione Gaia le ostetriche ha aperto una Casa maternità e sta vedendo i suoi sogni concretizzarsi sotto i suoi occhi. La prima volta l'ho incontrata durante un corso in acqua con donne in attesa e di lei mi hanno colpito la sua dolcezza e determinazione. Ho pensato di intervistarla per voi, per portare una ventata di freschezza e di positività.
Vi presento sara.
- Sara, ostetrica che assiste a casa e mamma; la prima cosa che mi colpisce di te è la determinazione alla tua giovane età. Come è nata in te la consapevolezza dell'importanza della "buona nascita"? Ho avuto una formazione pressoché universitaria... quindi patologia della nascita come se piovesse! Questo perché l'ospedale dove ho studiato io è un ospedale di 3° livello ed universitario. Mi è capitato raramente di vedere quello che ora chiamo Parto NATURALE. Appena laureata pensavo che se ciò che avevo visto in quei 3 anni era fare l'ostetrica allora non sarebbe stato il mio lavoro. Poi però ho fatto alcuni corsi di formazione e da li mi si è aperto un mondo. Il Mondo dove la donna impara a non delegare ad altri il suo parto, dove la consapevolezza la raggiunge informandosi, dove l'ostetrica sostiene, accompagna, si fida e potenzia la donna ed il suo compagno. Quindi ho scoperto il tutto scavando a fondo e cercando di capire che ostetrica avrei voluto essere.
- Qual'è, la più grande difficoltà che incontri nel tuo lavoro? La più grande difficoltà che incontro è la disinformazione. Su qualsiasi argomento che riguardi la gravidanza, il parto, la nascita e la crescita del bambino. Noi donne abbiamo perso la nostra potenza, il nostro antico sapere. Abbiamo delegato ad altri il nostro saper fare. é per questo motivo che speso si sente dire: "Il Dott. Taldeitali ha fatto nascere il mio bambino"... ma non è così, "Sono la donna ed il suo bambino a collaborare nella nascita." Per questo lavoro per le donne e per i bambini.
- Qual'è invece, la buona ragione che ti stimola di più? La buona ragione che mi stimola maggiormente a continuare, perchè credimi che fare la libera professionista non è semplice, sono le donne. Quelle donne che arrivano disinformate e chiedono, leggono, si informano e alla fine mi dicono: "Ho pensato alle frasi che dicevi nel corso di accompagnamento alla nascita mentre stavo partorendo e ce l'ho fatta!" oppure quelle donne che rimettono tutto in discussione e quindi chi diceva che non ce l'avrebbe fatta, che desiderava un taglio cesareo poi alla fine partorisce spontaneamente. Questo mi gratifica. Mi gratifica sapere che le donne riscoprano la loro potenza anche attraverso di me.
- Riesci a descrivere ciò che provi nel momento in cui assisti ad una vita che viene al mondo? Quando assisto ad un parto a casa oppure ad un accompagnamento in travaglio con parto in ospedale e vedo quella donna che compie il miracolo del dare alla luce con le sue immense forze sento che sto facendo la cosa giusta. Provo grande ammirazione per quella donna che diventa Madre e per quel bambino che sa ciò che deve fare e anche un'infinita ammirazione nei confronti della Natura che è perfetta.
- A mio parere, il parto fisiologico e rispettato, consente alla donna di scoprire nuove parti di sé. Che ne pensi? Il parto fisiologico e soprattutto rispettato permette alla donna di riscoprirsi, di fare i conti con se stessa e di ristabilire un'equilibrio. Questo processo avviene anche se una donna fa o subisce un taglio cesareo semplicemente avviene più lentamente e con più fatica.
"Il mondo cambia una nascita alla volta". Mi sento profondamente unita a questa frase ed è questo che mi ha permesso a 26 anni di essere ostetrica, di aver aperto la 5a Casa Maternità in Italia insieme alle mie colleghe Maria Grazia ed Elisa e di essere Mamma di un meraviglioso bambino di 10 mesi.
GRAZIE SARA E BUON LAVORO!
COME CREARE UNA CULTURA DELLA BUONA NASCITA
Buona nascita non è solo un augurio, è un obiettivo. Buona nascita significa infatti nascita rispettosa della fisiologia, senza violenza, come direbbe Leboyer (Leboyer), che racchiude in sé non solo l'idea che il bambino, al momento del parto, ha la stessa sensibilità di ogni altro essere umano, ma anche che il modo in cui un bambino viene al mondo incida in qualche modo sul suo concetto di sé, sul suo sviluppo. Un bambino che che sta venendo alla luce è attivo e opera congiuntamente alla madre, durante il travaglio, affinché tutti i passaggi avvengano nel migliore dei modi. Un'induzione non necessaria interferisce con questo processo ergo il suo ingresso nel mondo inizia con qualcuno che lo costringe a non assecondare la sua natura. Un taglio precoce del cordone ombelicale obbliga il neonato a cambiare modo di respirare "per non morire" (sempre citando Leboyer). Un certo tipo di assistenza al parto pensa che tali interventi siano legittimi. Un altro filone porta invece a riflettere seriamente sul fatto che se partiamo da quest'idea di individuo basata sull'obbligo e l'interventismo, possa avere un qualche tipo di conseguenza. Quindi, allargando il concetto, la cultura che un Paese ha riguardo alla nascita, porta a domandarsi quanto valga il concetto di rispetto della persona. Sulla base di questa idea affascinate, Michel Odent in "L'agricoltore e il ginecologo" (Michel_Odent) mette in correlazione il tasso di criminalità con il numero di parti medicalizzati: beh, ne esce che ad un alto tasso di interventi non necessari al momento del parto corrisponde un alto tasso di criminalità. Ma attenzione: non bisogna trarre conclusioni affrettate. Certo, se fosse semplice svolgere ricerche sulla natura umana con metodi scientifici - quando di misurabile e quantificabile nell'essere umano stesso non c'è praticamente nulla - ci piacerebbe poter arrivare ad affermare, in maniera chiara e lineare, che il bambino che subisce intrusioni ed interferenze durante il parto potrà incorrere il problemi nello sviluppo. Sarebbe tutto più semplice: le evidenze scientifiche porterebbero ad una radicale trasformazione del sistema-nascita e tutti sarebbero più felici. Invece si tratta di una conclusione semplicistica, che non tiene conto di molte variabili che intervengono nel processo evolutivo, della complessità e, soprattutto, rischia di essere strumentalizzata. Ma Odent va oltre, ovviamente. Quando lo incontrai, sottolineò l'importanza di PORSI DELLE DOMANDE. È chiaro che chiedersi: può la nascita condizionare la nostra vita e la nostra cultura? Cambia e ribalta il punto di vista su di un piano etico.Detto questo, chi crede che sia importante sostenere il parto fisiologico, per il benessere della madre ed il bambino, non ha bisogno di dati scientifici, perché dentro di sé matura la consapevolezza che il rispetto per l'altro, il prendersi cura di lui, passa sì attraverso il parto, ma nascono molto prima, prima ancora del concepimento, forse prima ancora dell'idea di diventare genitori e si perdono nelle premesse culturali di una società, nella sua storia e, allo stesso tempo la influenzano e ne sono influenzati. A mio avviso, CREARE LA CULTURA DELLA BUONA NASCITA è possibile creando le occasioni affinché le donne possano raccontarsi, semplicemente narrare la loro storia di figlie - donne - e madri, connetterle fra loro in modo che le esperienze più diverse possano confrontarsi e risuonare dentro ognuna in modo diverso. Solo così si possono creare alternative, può nascere l'idea che si possono scegliere vie differenti. Quando infatti le donne si ritrovano e si raggruppano in base a ciò che hanno in comune,
Film vivamente consigliato! |
cosa che tendono a fare naturalmente, ad esempio il desiderio di un parto naturale, il racconto non può che polarizzarsi su due posizioni: pro e contro. Così concepita la narrazione non porta a nulla.
Tessere, costruire, ognuno col suo contributo, con pazienza e tempo le donne sapranno ritrovare la loro strada. Noi possiamo a dare loro più spazi possibili, cercando di attivare percorsi e gruppi il più possibile disomogenei e dando loro la continuità.
NATA A CASA
Ebbene sì, la mia bimba è nata a casa, nel suo nido. In quel nido è stata concepita,e di cui ha percepito luci e suoni quando ancora era nella pancia, gli stessi che ha riconosciuto nel momento esatto in cui la sua testolina si è affacciata al mondo; nella rispettosa penombra della camera da letto, in un religioso silenzio, ha subito riconosciuto l'odore della sua mamma, intriso in quel lettone così grande in cui avrebbe dormito per molte notti a seguire accanto al suo seno.
Tutto molto poetico, non c'è che dire, e commovente, a ripensarci. Tuttavia, per par condicio, è bene ricordare anche gli antecedenti, ovvero quegli aspetti di cui non si parla, di solito.
Illustration by Alija Craycroft |
Credo di aver detto tutto. Per il resto, sappiate che non esistono “visioni romantiche” del parto, la nascita è un atto d'amore e come tale, va fatto con amore.
Publicato anche qui: http://www.genitorichannel.it/Gravidanza-e-parto/Partorire-in-casa-suggerimenti-seri-ma-non-troppo.html
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